• 2024

  • Immagine di copertina del volume 195
    La compilazione di un catalogo parametrico dei terremoti di un paese come l’Italia, per una finestra cronologica che supera il millennio, è un’impresa dalla complessità inimmaginabile. Negli ultimi dieci anni il lavoro di aggiornamento del catalogo ha riguardato principalmente l’approfondimento di studi speditivi degli anni ‘90 del secolo scorso. Un aspetto che viene affrontato in questa fase, ed è l’oggetto di questo lavoro, è la verifica di una ventina di record di catalogo, non inclusi nella versione corrente, ma che potenzialmente potrebbero esserlo. Su questi casi è stata sviluppata una ricerca speditiva ma rigorosa, i cui esiti vengono qui presentati. Cinque record sono risultati molto dubbi o certamente falsi; per un paio di eventi non sono state reperite informazioni macrosismiche, in un altro paio di situazioni si è ritenuto irrealistico cercare informazioni macrosismiche su scosse minori all’interno di sequenze complesse. Per tutti gli altri casi gli studi qui presentati rendono disponibili dati di intensità che consentono di derivare nuovi parametri epicentrali.
  • Immagine di copertina del volume 194
    In questo lavoro si presentano i risultati della revisione delle conoscenze su una dozzina di terremoti di energia moderata nell’arco cronologico che va dal 1964 al 1972. A partire da studi super speditivi già disponibili, è stata approfondita l’analisi delle fonti sismologiche ed è stata realizzata una ricerca specifica su fonti giornalistiche, rivalutando e arricchendo le stime di intensità macrosismica per ciascuno dei terremoti considerati. Obiettivo di questo lavoro è il miglioramento complessivo delle conoscenze dei terremoti considerati, i cui dati di intensità potranno contribuire ad ampliare l’insieme dei dati utilizzati per la calibrazione delle relazioni intensità-magnitudo, così come concordato con il Gruppo di Lavoro CPTI15 (Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani [Rovida e al 2020; 2022]).
  • Immagine di copertina del volume 193
    Il presente lavoro presenta lo studio di revisione del più forte terremoto (MW 5.6 nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani ­ CPTI15) avvenuto nell’area della Provincia di Roma il 26 agosto 1806. Un’analisi preliminare dei dati presenti nel CPTI15 e delle relative fonti, ha evidenziato diverse incongruenze nell’attuale stato delle conoscenze dell’evento. Scopo del lavoro è stato quindi di riconsiderare interamente il corpus delle fonti note e contemporaneamente intraprendere una ricerca per nuove testimonianze. La ricerca ha portato ad arricchire il quadro informativo del terremoto, assegnando nuovi valori di intensità e ricalcolando la magnitudo macrosismica dell’evento, che risulta decisamente più bassa di quella attualmente presente nel record di catalogo.
  • Immagine di copertina del volume 192
    Questo lavoro descrive le principali caratteristiche della sismicità legata agli eventi vulcanotettonici registrati nell’area etnea durante il 2021 dalla Rete Sismica dell’Osservatorio Etneo, Sezione di Catania (INGV­OE). I terremoti localizzati sono 1763, su un totale di 2315 eventi registrati. Poco meno del 40% di essi appartiene alle 27 sequenze sismiche individuate nel corso dell’anno, la più importante delle quali, sia per numero di eventi (circa un centinaio) che per rilascio di energia, è quella registrata tra il 24 e il 25 gennaio, 1.5 km ad est da M. Fontane (versante nord orientale del vulcano) ad una profondità superiore ai 10 km. Per quanto riguarda la sola energia sismica rilasciata, sono invece due le sequenze sismiche più significative, entrambe formate da eventi superficiali. La prima è stata registrata tra il 14 e il 17 gennaio nell’area dei Crateri Centrali, mentre la seconda è stata registrata il 24 dicembre, 2 km a nord da Zafferana Etnea. Gli eventi localizzati (http://eqcatalog.ct.ingv.it/etnarsc) hanno complessivamente valori di magnitudo locale compresi tra 0 e 3.6, mentre le profondità focali sono tra 1.6 km al di sopra del livello del mare e 35 km sotto il livello del mare. Sono 8 gli eventi che hanno raggiunto e superato ML = 3.0, quasi tutti appartenenti alle sequenze sismiche registrate. La magnitudo di completezza (MC) degli eventi registrati nel 2021 è pari a 1.4 (± 0.05), leggermente più alta di quella stimata per l’anno precedente (MC = 1.2 ± 0.01), mentre il b-value è rimasto praticamente costante (b = 1.22 ± 0.06). La sismicità nel suo complesso ha interessato i settori centro­orientale e meridionale del vulcano. Si evidenzia una tendenza della sismicità più profonda (al di sotto di 10 km) a formare dei cluster, ovvero gruppi di eventi concentrati nello spazio e nel tempo. Viceversa, la sismicità più superficiale appare più sparsa, concentrata soprattutto nel versante orientale e, in minor misura, in quello meridionale. La cinematica associata ai terremoti con ML ≥ 2.5, per i quali è stato possibile calcolare i meccanismi focali, evidenzia una prevalenza di meccanismi sorgente di tipo trascorrente (59%), seguiti da soluzioni di tipo diretto (26%) e più raramente di tipo inverso (15%). Tali soluzioni focali sono in accordo con i meccanismi di sorgente che tipicamente caratterizzano l’area etnea, coerentemente con il contesto strutturale nel quale il vulcano è inserito. Da un confronto tra l’attività sismica e quella vulcanica è emerso che nel 2021 ad un aumento dell’attività esplosiva parossistica sia corrisposto un generale decremento nel tasso di occorrenza dei terremoti, soprattutto quelli più superficiali localizzati nell’area dei crateri centrali.
  • Immagine di copertina del volume 191
    Il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15, ricco di quasi 5000 terremoti, contiene ancora un gruppo di circa duecento eventi dotati di scarsi dati di base, provenienti dalla banca dati AMGNDT995, la cui parametrizzazione resta molto incerta. In questo lavoro sono stati rivisti cinque terremoti di questo gruppo al fine di approfondirne le conoscenze e arricchirli di quelle informazioni necessarie ad aumentare il numero di punti di intensità. In questo lavoro inoltre viene presentato un evento, avvenuto nella zona dei Colli Albani nel 1981, assente sinora dai cataloghi.
  • Immagine di copertina del volume 190
    I formulate the hypothesis that in a laminar motion regime on an inclined plane, in a marine mud rich in ammonia and water, strings of (OH)-H+NH3 are formed aligned in the direction of motion. The various groups (OH)-H+NH3 of the generic string hold tail heads by electrostatic attraction. Let there be a shear rate, with velocity that varies monotonically in the direction perpendicular to the motion and the inclined plane. The presence of lipids could facilitate laminar motion, favor the rotation of solid particulate matter of the mud around axes parallel to the inclined plane and perpendicular to the macroscopic direction of motion, and facilitate the development of “polarized” rotational kinetic energy quanta. I call such quanta: phonons-of-rotational-kinetic-energy/micro-vortices; they are polarized thanks to the shear rate. In the generic string, I speculate that such phonons induce a synchronous quantum pseudo-rotation of each group (OH)-H+NH3 around its local center H+. I observe that (OH)-and NH3 have almost the same atomic mass, in terms of the number of electrons and protons, since (OH)-has only one electron more than NH3 and if a neutron is supposed to be given by a proton plus an electron. In the generic quantum pseudo-rotation, each (OH)-is counterbalanced by the corresponding neutral group NH3, around its local center H+. I suppose that from these pseudoquantum rotations arises a magnetic field parallel to the inclined plane and perpendicular to the motion. The correspondence with stiffnites, mud flows as debated in two of my 2011 articles in Annals of Geophysics, is discussed [Pareschi, 2011a; 2011b]. Here I also propose that at the stop of motion, at pressures of 300-400 atmospheres, the string breaks and the reaction (OH)-H+NH3 → 14CH4 + OH takes place, with a nuclear transition 14N → 14C. The appearance of additional 14C and the reactive group OH are used to: i) discuss the possible backdating of certain reworked deposits of the Ionian Sea (off the Sicilian coast and South of the Calabrian coasts), currently linked to the Cretan earthquake of 365 AD and ii) explain the oxidation of the normally settled deposits underlying those reworked deposits. Since, in the literature, in the deposits mentioned above, no phenomena attributable to anomalous temperatures are reported, I deduce that the nuclear reaction 14N → 14C is cold.